Leggende
e storie raccolte lungo il cammino
http://www.pellegrinibelluno.it/index.asp?page=leggende
Nei
suoi mille e più anni di vita, il cammino ha raccolto
lungo il suo percorso, numerose storie e leggende
che mescolano fantasie popolari a traccie di verità.
Succede poi che le stesse storie vengano raccontate
con sfumature diverse. In questa sezione ho raccolto
alcune di queste storie/leggende così come le ho
lette e sentite. Se qualcuno le ha conosciute con
versioni un po' diverse non si meravigli; il cammino
ha mille anni di storia e si sa che con l'età la
memoria vacilla.
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Zubiri - Puente de la rabia
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Obanos - La leggenda di e Santa Felicia di Aquitania
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Pamplona - L'asino di San Giacomo -
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Alto del Perdon - La leggenda della Fuente reniega
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Puente la Reina - El pajarito e la virgen
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Estella - Los pastores
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Estella - La vergine e il bimbo che cambiò di posizione
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Los Arcos - La vergine e il raggio di sole
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Nájera - La collina di Rolando
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La Rioja - Il pellegrino e la finta cavalla
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Santo Domingo de la Calzada - Il miracolo del gallo
e la gallina
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Montes de Oca - Le streghe dei Montes de Oca
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San Juan de Ortega - La chiesa e il raggio di sole
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Burgos - El Cristo crucificado de la catedral
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Castrojeriz - El Fuego de San Antón y los monjes
antonianos
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Castrojeriz - Nuestra señora del Manzano, de los
albañiles
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Frómista - El milagro de la patena
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Carrión de los Condes - Il tributo delle 100 donzelle
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Sahagún - I maiali pescati nel fiume
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Puente de Orbigo - La sfida del "puente de
Orbigo"
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Furelos - El Cristo de la mano tendida nella chiesa
di San Juan
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Zubiri
- Puente de la rabia
Tra
Roncisvalles e Logrono ci sono numerosi piccoli
paesi che ancor'oggi, vivono di allevamento e agricoltura.
Tanti anni orsono, molti animali selvatici popolavano
la zona ed era facile che la rabbia, una malattia
infettiva che si trasmette anche all'uomo, potesse
attaccare anche gli animali domestici dei villaggi.
Così per proteggere e guarire gli animali
da questa malattia, veniva fatto fare loro, tre
giri attorno al pilone centrale, sotto l'antico
ponte gotico di Zubiri sulle acque limpide del rio
Arga. In questo modo si credeva che gli animali
fossero mondati e protetti dalla terribile malattia.
Per questo motivo il bellissimo ponte venne chiamato
"puente de la rabia".
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Obanos
- I misteri di Obanos e la leggenda di Santa Felicia
di Aquitania
E'
una delle storie/leggende più belle e tragiche del
cammino. Siamo nel XIV secolo e una principessa
che faceva il cammino di Santiago, Felicia di Aquitania,
convertita dall'esperienza del cammino, all'amore
verso il prossimo e alla povertà, decise di non
fare più ritorno alla corte del padre. Divise i
suoi averi con i poveri, si dedicò alla preghiera
e iniziò ad occuparsi degli infermi. Allora il padre
mandò il fratello, il duca Guglielmo a riprenderla.
Davanti al suo rifiuto di tornare a casa, Guglielmo
la uccise proprio nella piccola cappella che Felicia
stessa, aveva fatto costruire per pregare e accogliere
i poveri e gli ammalati.
Pentito
amaramente del gesto fatto, Guglielmo andò a Roma
e confessò al papa il peccato commesso. Come penitenza
il pontefice lo obbligò ad andare in pellegrinaggio
fino a Santiago de Compostela. Al ritorno da Santiago,
giunto a Obanos avvertì la stessa chiamata della
sorella e decise quindi di fermarsi e non tornare
più a casa. Piangendo per il suo peccato, continuò
fino alla morte l'opera del lei intrepresa, aiutando
i poveri e gli infermi. Divenne San Guglielmo. Una
stele all'eremo di Arnotegui ricorda il fatto.
Ogni
anno, il 25 luglio festa di San Giacomo, nella piazza
di Obanos viene fatta una rappresentazione che ricorda
la loro storia.
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Pamplona
- L'asino di San Giacomo
Giunse
a Pamplona un pellegrino Francese con la sua famiglia.
Decise di fermarsi per riposare, recuperare le forze
e prese alloggio in una locanda della città. La
moglie del pellegrino si ammalò e pertanto fu costretto
a fermarsi più tempo di quanto aveva previsto. La
malattia si aggravò e la moglie morì. Quando venne
il momento di partire, il locandiere senza tener
conto del grave lutto che aveva colpito la famiglia
del pellegrino, ne approffittò e gli presentò un
conto molto oneroso sotenendo che si era fermato
troppo a lungo. Il pellegrino non aveva una tal
somma per pagare il conto e lasciò in cambio il
suo asino anche se, così facendo, avrebbe dovuto
proseguire a piedi con i suoi due bambini piccoli.
Distrutto dal dolore, ma pieno di fede si mise in
marcia e pregò San Giacomo perchè gli desse un aiuto.
Uscito
da Pamplona incontrò un vecchio che gli si avvicinò
e gli diede in prestito un asinello perchè lo aiutasse
lungo il cammino. Quando arrivò a Santiago, il pellegrino
ebbe in visione l'apostolo Giacomo e riconobbe,
in quella immagine, il vecchio di Pamplona che gli
aveva prestato l'asino. Di ritorno passò ancora
per quella città e scoprì che il cattivo locandiere
era morto per un incidente. La gente diceva che
era stata una punizione divina per la mancanza di
carità nei confronti del pellegrino.
Questa
leggenda è la n° 6 di 22 che si raccontano nel Codex
Calixtinus. Il codex Calixtinus prende il nome dal
papa Calisto II che incluse in tale codice, la prima
guida storica e documentata del cammino scritta
dal monaco Aymeric Picaud nel 1109.
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Alto
del Perdon - La Fuente reniega
Lasciata
Pamplona, sul ripido passaggio dell'Alto del Perdon,
un pellegrino assetato e stanco fu tentato dal diavolo
che si offrì di indicargli una fonte nascosta se
avesse rinnegato la sua fede. Il pellegrino anche
se ormai sfinito e sul punto di morire, non cedette
alla tentazione. In quel momento apparve San Giacomo
vestito da pellegrino che per ripagarlo della fedeltà
dimostrata, lo accompagno alla fonte nascosta e
gli diede da bere con la sua conchiglia.
Oggi
a pochi metri dalla cima dell'Alto del Perdon, la
"fuente" c'è ancora e in qualche periodo
dell'anno, zampilla un filo di preziosa acqua.
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Puente
la Reina - El pajarito e la virgen
Nella
città di Puente la Reina dove confluiscono i due
cammini Pirenaici provenienti da Roncisvalles e
da Somport, sotto un'arcata del ponte dei pellegrini,
fatto costruire sul rio Arga, da donna Mayor regina
e sposa di Sancho III el Mayor re di Navarra, in
un punto di diffice accesso, era incastonata una
statua raffigurante la Vergine Maria.
Ogni
anno alla celebrazione della festa più importante
della città e della Regione, arrivava un uccellino
che bagnava le sue ali nelle acque del fiume e con
esse puliva e rendeva splendida l'immagine, e aiutandosi
con il becco toglieva ogni traccia di sporco.
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Estella
- I pastori
Alle
falde del monte Puy i pastori della zona, usavano
spesso riunirsi con le loro greggi. Un giorno videro
sulla cima del monte cadere molte stelle. Si diressero
in quel luogo e trovarono una caverna con dentro
un'immagine della Vergine Maria. Molto sorpresi
e increduli, avvisarono dell'accaduto le autorità
della parrocchia. Il prete ed una comitiva salirono
alla caverna e quando videro la statua, cercarono
di rimuovela, ma non ci riuscirono. Una forza misteriosa
la teneva inchiodata, bloccata e non si riusciva
a smuoverla neanche di un centimetro. La Vergine
non voleva essere portata via. Così sul posto elevarono
un santuario.
Era
l'anno 1085 e in Navarra regnava il re Sancho Ramirez
che decise di fondare nel medesimo luogo una città:
Estella (stella, Astro).
Oggi
l'immagine della madonna è conservata all'interno
Basilica de Nuestra Senora del Puy. La chiesa odierna
in stile barocco e posta sullo stesso luogo del
santuario originale, venne completata nel 1951 sulla
pianta di una costruzione del 1929.
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Estella
- La Vergine e il bimbo che cambiò di posizione
Nella
lunetta sopra la porta d'entrata della chiesa de
Rocamador all'uscita di Estella, si può vedere una
statua di Nostra Signora la Regina, la quale, contro
ogni tradizione, tiene il bambino che dorme sul
braccio destro anzichè su quello sinistro.
Racconta
la leggenda che un pellegrino fu accusato della
morte di un uomo avvenuta durante i festeggiamenti
per Santiago. Anche senza alcuna prova, il pellegrino
fu egualmente condannato a morte, nononstante proclamasse
la sua innocenza. Quando si trattò di eseguire la
sentenza, il pellegrino, da sopra al patibolo in
cui si trovava, chiese la parola e dichiarò come
testimonianza della sua innocenza, che in questo
momento il bimbo che la vergine de Rocamador cullava
in braccio, avrebbe cambiato posizione. I presenti
andarono a verificare e dovettero confermare il
prodigio. Il pellegrino fu così liberato e potè
continuare il suo cammino.
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Los
Arcos - La statua illuminata dal sole una volta
all'anno
Al
centro del bel portale della chiesa di Santa Maria
a Los Arcos, è scolpita una statua della Vergine
che è sempre in ombra per 364 giorni all'anno. Il
15 giugno di ogni anno e solo in quel giorno, la
Vergine viene accarezzata da un raggio di sole e
gli abitanti del luogo sono molto attenti a verificare
che ciò regolarmente avvenga.
Eventi
simili si presentano anche in altri siti, in modo
particolare in occasione degli equinozi come ad
esempio nel caso del capitello dell'annunciazione
di San Juan de Ortega.
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Nájera
- La collina di Rolando (el poyo de Roldàn)
A
tre chilometri circa da Najera si trova il poyo
(collina) di Rolando una piccola altura che rievoca
la vittoria del paladino Rolando sul gigante saraceno
Ferragut. Racconta la leggenda che verso l'800,
Rolando paladino di Francia e fedele condottiero
di Carlo Magno, arrivò a Nájera per liberare i cavalieri
cristiani che Ferragut, gigante Siriano discendente
di Golia, teneva prigionieri nel suo castello. Ferragut
era più forte di Rolando e aveva sconfitto tutti
i migliori cavalieri di Carlo Magno che avevano
osato sfidarlo.
Un
giorno, dalla collina (il poyo), Rolando vide il
gigante seduto sulla porta del castello, prese una
grossa pietra rotonda che pesava più di 20 Kg, gliela
scagliò contro colpendolo in fronte, uccidendolo.
Liberata così la città dal temibile gigante, le
truppe di Carlo Magno poterono entrare e liberare
i prigionieri.
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La
Rioja - La cavalla finta
Un
pellegrino sfinito dalle fatiche del cammino disse:
"Cosa non darei per una buona cavalla!".
Come ebbe finito di pronunciare tali parole, una
splendida cavalla gli si presentò davanti e gli
si avvicinò. Senza pensarci due volte, il pellegrino
montò in sella e immediatamente l'animale iniziò
una incredibile galoppata. Entusiasta e incredulo,
il pellegrino disse: "Santo Dio, che magnifico
animale!". Neanche il tempo di finire queste
parole che l'animale si bloccò di colpo e improvvisamente
il pellegrino si trovò sul dorso di una vecchia
maleodorante e rugosa che lanciava improperi e maledizioni
nei suoi confronti.
Sconvolto
e spaventato, il pellegrino a gambe in spalla fuggì
di corsa e si arrestò solo quando si rifugiò presso
l'ostello dei pellegrini di Santo Domingo de la
Calzada. Raccontò al sacerdote quanto accaduto e
questi rispose: "non ti accadrà più niente
di simile se porterai con te, un rosario!"
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Santo
Domingo della Calzada - Il miracolo del gallo e
la gallina
Attorno
al 1300, una copia marito e moglie di Colonia, in
pellegrinaggio a Santiago con il loro giovane figlio
poco più che adolescente, ma molto sveglio a quel
che pare, presero alloggio nella locanda del paese.
La figlia della locandiera si invaghì del giovane,
ma questi per timore dei genitori, resistette alle
sue seduzioni. La giovane allora, per vendetta,
nascose nel sacco di lui un vaso d’argento e alla
sua partenza, lo accusò di furto. Catturato, fu
condannato a morte per impiccagione. I genitori
distrutti dal dolore ma pieni di fede continuarono
il loro pellegrinaggio.
Di
ritorno passarono per la stessa locanda dove trovarono
il figlio vivo e vegeto. Questi raccontò loro che
a salvarlo era stato proprio San Giacomo il quale
durante l'esecuzione capitale lo sostenne per i
piedi impedendo al capio di serrargli il collo.
Il padre incredulo e convinto di essere stato turlupinato
dal figlio desideroso solo di rimanere con la giovane
locandiera, sentenziò che avrebbe prestato fede
al suo racconto, solo se i due galletti arrostiti
che gli erano stati serviti per la cena, e messi
in bella mostra sulla tavola imbandita, fossero
tornati anch'essi in vita. Subito i galletti si
alzarono, ripresero le piume e si misero a cantare.
Da
allora un gallo e una gallina bianchi (oggi offerti
da famiglie locali e sostituiti ogni 15 giorni)
sono posti in una gabbia all’interno della chiesa.
Nel medioevo i pellegrini ne raccoglievano le piume
cadute e le esibivano sui loro cappelli. Oggi la
gabbia è in stile tardo gotico, con rete dorata,
in linea con lo stile della cattedrale. Quando un
pellegrino entrato in chiesa, sente il canto del
gallo è considerato di buon auspicio per il resto
del viaggio fino a Santiago.
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San
Juan de Ortega - Il raggio di sole all'equinozio.
Il
21 marzo e il 22 settembre di ogni anno in corrispondenza
degli equinozi di primavera e d'autunno, quando
il giorno e la notte (simbolo del bene e del male)
durano lo stesso tempo, nel capitello della chiesa
si verifica un curioso fenomeno che non può essere
considerato casuale. Al tramonto del sole, alle
5 " de la tarda" (della sera) e per una
durata di 10 minuti, un raggio di sole va ad illuminare
i bassorilievi di un capitello che raffigurano in
sequenza l'Annunciazione, la Nascita, l'Epifania
e l'annuncio ai pastori, di Gesù. Sembra che la
Vergine anzichè guardare l'angelo dell'annunciazione
come sarebbe naturale, diriga il suo sguardo, proprio
verso il raggio di sole.
Si
tratta di un indimenticabile e spettacolare gioco
di luce, sicuramente voluto, studiato e non casuale,
che unisce fenomi astronomici a visioni mistiche.
E' un aspetto che spesso si ripete nelle architetture
d'un tempo soprattutto nel mondo cosidetto "pagano".
Segno inequivocabile dell'attenzione ai fenomeni
"celesti", che scandivano lo scorrere
del tempo di anno in anno, di stagione in stagione.
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Sahagún
- I maiali pescati nel fiume
Sahagún
è la città dei santi Facundo e Primitivo, due fratelli
legionari romani convertiti al cristiansimo che
vennero martirizzati ed annegati nel rio Cea ai
tempi di Diocleziano. La leggenda racconta che nel
XIII secolo la città era sotto l'influsso totale
del monastero di San Benito considerato il "Cluny"
(noto monastero francese) spagnolo.
La
dominazione del monastero sulla popolazione era
tale che arrivò ad imporre penitenze come la proibizione
di mangiare carne, obbligando la gente a comprare
il pesce dai monaci stessi che praticavano la pescicoltura.
Davanti a questa imposizione la gente cominciò a
gettare i maiali nel fiume per poterli pescare e
mangiare come pesce senza rompere in questo modo
la penitenza ....... come dire fatta la legge, trovato
l'inganno!
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Carrión
de los Condes - Il tributo delle 100 donzelle
Siamo
attorno al X secolo. I Mori dominano gran parte
della Spagna e ogni anno obbligano le popolazioni
sottomesse ad un tributo di 100 giovani donne. Carrión
rimase libera da questo obbligo quando gli islamici
che arrivarono in paese per riscuotere il "pegno",
furono allontanati da quattro feroci tori usciti
dal vicino eremo.
Sul
portale della chiesa di Santa Maria del cammino,
sono scolpite quattro teste di toro che ricordano
tale fatto.
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Montes
de Oca - Le Streghe dei Montes de Oca.
Si
racconta che a Villafranca Montes de Oca, un gruppo
di giovani del luogo, si divertisse a travestirsi
da strega per spaventare i pellegrini che passavano
su quella strada tanto che una alone di mistero
e di paura circondava il passaggio tra quei luoghi.
Un
tardo pomeriggio, sicuri della loro forza, videro
una pellegrina alta e snella che si avvicinava tutta
sola. Ripetendo un rituale ormai collaudato, i giovani
balzarono fuori all'improvviso, gridando e picchiando
con le loro scope la povera pellegrina che però
non dava nessun segno di paura e si manteneva tranquilla
e impassibile. Provarono ad intimidirla urlando
più forte e gridando parolacce e ingiurie. Ad un
certo punto la donna si girò verso di loro con uno
sguardo agghiacciante che non era certo di paura
per ciò che stava subendo, ma piuttosto di minaccia;
lei infatti era una strega vera. Immediatamente
si levò in volo passando sopra le loro teste. I
giovani vennero presi dalla paura, lanciarono lontano
le loro scope e fuggirono correndo spaventati a
morte.
Si
racconta che da quel giorno, dalla paura subita,
non abbiano più smesso di scappare e il cammino
attraverso i Montes de Oca ritornò ad essere sereno
e tranquillo.
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Burgos
- El Cristo crucificado de la catedral
Il
Cristo crocifisso della cattedrale di Burgos è una
delle immagini che suscita più devozione da parte
dei suoi abitanti. Si racconta che un ricco mercante
amico degli Agostiniani (monaci missionari) in procinto
di partire per un viaggio nelle Fiandre, li supplicò
di pregare per il buon andamento del suo viaggio
promettendo che al ritorno avrebbe fatto loro un
regalo. Durante il viaggio di ritorno fatto via
mare, mentre si dispiaceva per non aver procurato
nessun regalo e quindi non aver mantenuto la parola
data, vide galleggiare sopra le onde, una cassa
di legno. Issatala a bordo, scoprì che conteneva
un crocifisso a grandezza naturale. Subito pensò
ecco, questo sarà il mio regalo. Quando arrivò a
Burgos avvenne una cosa strana perchè tutte le campane
della città cominciarono a suonare a festa da sole.
A
questo Cristo in croce vengono attribuiti molti
miracoli; addirittura nel XVI secolo si scriveva
di ben 18 morti miracolosamente ritornati in vita.
Il crocifisso stupiva, perchè era fatto con un materiale
sconosciuto. Gli abitanti del luogo affermavano
che fosse fatto di pelle di bufalo trattata con
sostanze vegetali che davano alla materia una plasticità
unica tale da rendere quasi reali, gli arti e il
volto di Gesù. Racconta la tradizione che addirittura
i capelli avessero la ricrescita e che i chiodi
fossero veri.
Si
dice infatti che Isabella la Cattolica, forse un
po' scettica su quanto veniva raccontato di tale
crocifisso, durante una visita, pretese di levare
uno di questi chiodi per verificare se realmente
fosse un chiodo vero; infatti il chiodo si sfilò
proprio come un vero chiodo e il braccio del Cristo
cadde come quello di una persona vera. La regina
rimase sconvolta e riconobbe che quanto veniva affermato
sul crocefisso era vero e chiese perdono per la
sua diffidenza.
Note
e curiosità: E' singolare come a volte molte cose
si incrocino. Una amica siciliana leggendo questa
pagina, ha scoperto che nel suo paese di Scicli
in provincia di Ragusa nella sacrestia della chiesa
di San Giovanni evangelista ci sia un dipinto che
ricorda in tutto il Cristo di Burgos. La presenza
a Scicli, nella chiesa di San Giovanni, di tale
dipinto si giustifica perché la fondatrice del monastero
annesso alla chiesa, donna Giovanna Di Stefano,
baronessa di Donnabruna, era moglie di Don Girolamo
Ribera la cui famiglia, di origine spagnola, era
arrivata a Scicli nella seconda metà del secolo
XVI.
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Castrojeriz
- El Fuego de San Antón y los monjes antonianos
(il fuoco di San Antonio e i monaci Antoniani)
Vicino
a Castrojeritz si trovano le maestose rovine del
monastero di San Antón. Fu sede in antichità dell'ordine
dei frati Antoniani che si dedicavano al ricovero
e alla cura degli ammalati del "fuego de San
Antón", cosi chiamato per la sensazione di
bruciore interno che prendeva chi ne era affetto
e che poteva in certi casi, sfociare in processi
di cancrena alle estremità.
Questo
ordine monastico, come succedeva per altri ordini,
era avvolto da un alone di mistero e misticismo
perchè, offriva riparo e ricovero esclusivamente
a questi malati. Agli altri pellegrini infatti che
transitavano da quelle parti, affinchè potessero
proseguire il cammino, veniva dato loro solo del
cibo che veniva calato con un verricello. I resti
di questo verricello sono ancora visibili tra le
impressionanti rovine del monastero. In questo luogo
venivano curati gli infermi ed in cambio dell'ospitalità,
essi offrivano della legna. Quando la malattia era
molto grave in alcuni casi estremi, i monaci dovevano
procedere anche all'amputazioni degli arti in cancrena.
Succedeva quindi che chi guariva senza problemi
di questo tipo offrisse ex voto, di legno o cera,
che riproducevano le estremità guarite ........
il che fece diffondere la cattiva nomea, che i monaci
esibissero le membra amputate dei poveri ammalati.
Oggi
si presume che tale malattia fosse causata da un
parassita presente nella segala. Nel nord Europa,
dove il pane di segala era un alimento fondamentale,
la malattia era molto diffusa. I pellegrini ammalati
che entravano in Spagna, dove non si consumava tale
alimento, venivano curati, tanto da permettere loro
di arrivare fino a Santiago completamente guariti.
Le guarigioni venivano così attribuite all'intercetazione
di San Giacomo apostolo e ai frati Antoniani che
in questo modo accrescevano la loro fama di guaritori,
in tutto il continente.
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Castrojeriz
- Nuestra Señora del Manzano, protettrice dei muratori
(albañiles)
Racconta
la leggenda che San Giacomo sopra un cavallo bianco
fece un grade salto fino al castello di Castrojeritz
finendo sopra un albero di melo. A seguito di tale
balzo, in una cavità dell'albero venne trovata una
statua della Vergine che da allora si venera nella
"Collegiata del Manzano". Questa immagine
fu l'ispiratrice della "cantica di Santa Maria"
di Alfonso X il saggio, nella quale il re magnificava
i miracoli che la Vergine aveva compiuto protteggendo
i muratori dai molti incidenti avvenuti, mentre
stavano costruendo la chiesa a lei dedicata (cadute
dalle impalcature, schiacciamenti da pietre o travi
ecc.).
Sul
portone del santuario sono inchiodati i ferri del
cavallo che la tradizione vuole siano quelli del
cavallo di San Giacomo quando fece quel prodigioso
salto.
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Frómista
- Il miracolo del piattino d'argento e l'ostia.
Nella
chiesa di San Pedro in Fromista, si trovano un piattino
d'argento (patena) con un'ostia, oggetti di un miracolo.
Il fatto avvenne nel XV secolo quando un furioso
incendio distrusse l'hospital dei pellegrini annesso
alla chiesa di San Martino. L'amministratore che
venne incaricato della ricostruzione andò da un
ebreo del luogo a chiedere un prestito per coprire
le spese dei lavori. Scaduti i termini per la restituzione
del denaro, non essendo in grado di pagare il debito
assunto, l'amministratore venne scoperto e dal momento
che chiedere prestiti in denaro era considerato
dalla chiesa un peccato, venne scomunicato.
Per
togliere la scomunica che gli pesava adosso, l'amministratore
segretamente chiese un altro prestito con il quale
estinse il debito precedente ed ottene la cancellazione
della scomunica. Quando fu sul punto di morte, chiese
gli venisse data la comunione, ma allorchè il sacerdote
cercò di dargli l'ostia, questa rimase incollata
al piattino d'argento sul quale era adagiata e non
fu possibile staccarla. Riconoscendo la ragione
del prodigio, l'uomo confessò il suo peccato. Ottenne
il perdono e potè morire in pace.
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Puente
de Orbigo - Il paso honroso
Si
racconta che nel 1434 Don Suero de Quiñones un nobile
e ricco cavaliere cavaliere, si innamorò di una
bella dama la quale però rifiutava decisamente la
sua mano. Colpito nel suo orgoglio il cavaliere
decise di far vedere alla sua amata quanto egli
fosse forte e coraggioso compiendo un'impresa che
avrebbe fatto parlare di se. Coinvolse dieci suoi
amici e con loro decise di lanciare una sfida contro
tutti i cavalieri d'europa, affermando che per un
mese di seguito avrebbe impedito a chiunque di attraversare
il ponte di Orbigo. La notizia si diffuse e oltre
ai cavalieri nella sfida vennero coinvolti anche
condottieri, soldati in armi e banditi. Il torneo
ebbe luogo a partire dal 10 di luglio di quell'anno
e terminò il 9 di agosto, ma nessuno riuscì ad attraversare
il ponte.
Grato
della vittoria ottenutae dell'orgoglio riscattato,
il cavaliere si recò a Santiago a ringraziare il
santo per l'aiuto ricevuto e fece dono di un collare
d'oro che ancora oggi adorna il busto della statua
di San Giacomo (... dice la leggenda). Da allora
il ponte venne chiamato "puente del paso honroso"
che significa "ponte del passaggio d'onore".
Se poi il cavaliere riuscisse ad avere il cuore
della bella dama, la leggenda non lo dice .... ma
si sa che in quei tempi più che l'amor contava l'onor....
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Furelos
- El Cristo de la mano tendida
Questo
Crocefisso, che non è molto grande (è alto all'incirca
50cm), è dawero unico.
Il
Cristo infatti è attaccato alla croce con due soli
chiodi: uno che fissa la mano sinistra e l'altro
i piedi. La Sua mano destra, invece, è libera ed
è tesa verso di te, come se si aspettasse che tu
la prendessi. Sa che sei stanco ... di pellegrini
ne vede tanti e quindi, vuole darti un po' di sollievo
come una mamma quando dà la mano al suo piccolo
per aiutarlo a camminare. Poi, siccome lo vedi appeso
in modo che i Suoi piedi siano all'altezza dei tuoi
occhi, sembra quasi invitare te - e solo te - ad
accettare, nel profondo del tuo cuore, se tenderGli
o meno la tua mano.
Racconta
la leggenda: In una chiesa, un fedele aveva l'abitudine
di confessarsi regolarmente al suo parroco.
Però,
le sue confessioni sembravano (come d'altronde tutte
le nostre) un po' come un disco rotto: sempre le
stesse cosine e sempre lo stesso peccato grave.
"Basta!
- gli disse, un giorno, in tono severo il parroco
- non devi più prendere in giro il Signore. È l'ultima
volta che ti do I'assoluzione per questi peccati
".
Ricordatelo
bene!"
Ma
pochi giorni dopo, il penitente era di nuovo là
a confessare le sue solite mancanze e il suo solito
peccato grave. Il confessore perse davvero la pazienza,
s'infuriò e gli disse:
"Ti
avevo avvertito: non ti do l'assoluzione così imparerai..."
Profondamente
awilito e colmo di vergogna, il povero uomo si alzò
in silenzio. Guardò il crocefisso che, appeso al
muro, troneggiava sopra il confessionale e, proprio
in quell'istante, lo vide animarsi e dire al sacerdote:
"Io
ho dato la mia vita per questo mio figliolo, perciò
se tu non lo assolvi, lo assolverò io". Poi,
con immenso stupore, lo vide staccare il braccio
destro dal legno della croce e sollevarlo lenlamente
per tracciare nell'aria il segno dell'assoluzione
dicendo:
"Io
ti assolvo da tutti i tuoi peccati, nel nome del
Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo".
Da
allora la mano è rimasta staccata dal chiodo della
croce e pende verso il basso.
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