Lo
zaino perfetto - Ragionando sull’equipaggiamento
Monica
D’Atti (Vademecum 2011)
Lo
zaino perfetto, chimera e sogno di ogni pellegrino.
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In queste pagine si cerca di riportare una serie
di suggerimenti che possono aiutare a raggiungere
il risultato agognato.
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L’equipaggiamento viene qui suddiviso in indispensabile,
utile e opzionale.
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Nell’indispensabile si elenca tutto quanto è davvero
necessario. E’ un elenco ragionato nell’ottica della
massima riduzione del peso.
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Nell’utile si amplia il primo elenco a favore di
chi non ritiene di potercela fare con poca roba.
Il consiglio da pellegrino a pellegrino è quello
di cercare di farcela comunque con l’indispensabile.
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Nell’elenco degli optional, che dipende dai gusti
e dalle esigenze personali si aggiungono un po’
di cose ed è un elenco aperto perché, appunto, scaturisce
da interessi personali.
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Anche per questo terzo elenco si consiglia una attenta
e ripetuta riflessione, evitando il sovraccarico
dopo aver valutato le reali esigenze.
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Per il neo-pellegrino, magari con poche esperienze
simili nell’escursionismo o nello scoutismo, la
realizzazione dello zaino potrà comportare qualche
incertezza ma sarà un utile esercizio sia di tecnica
sia di scoperta di se stessi.
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Prima di acquistare qualsiasi oggetto si consiglia
infatti di approfondirne gli aspetti tecnici e funzionali
in base alle proprie reali esigenze.
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Per evitare di prendere oggetti inutili cercate
il consiglio di amici veramente esperti, navigate
bene su internet (chi sa navigare approda a tutte
le spiagge), valutate l’offerta commerciale e infine
scegliete con la vostra testa.
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Il pellegrinaggio è anche essenzialità e semplicità
che non vuol dire superficialità ma esattamente
il suo contrario ed uno dei primi passi può partire
da qui.
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Su tutto valga la frase di Saint-Exupery: “In ogni
cosa la perfezione è raggiunta non quando non c’è
più nulla da aggiungere ma quando non c’è più niente
da eliminare”.
L’indispensabile
1
zaino (40+10 litri)
-
Più lo zaino è piccolo meno lo si può riempire:
diventa quindi più facile ridurre il quantitativo
di materiale che ci si porta via.
-
La capacità di 40 litri è quella più ridotta per
il vero pellegrino essenziale. 60 litri sono eccessivi
e lo zaino rischia di diventare pesante anche per
un uomo robusto. Con 50 litri è possibile un giusto
mezzo.
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Quando si prova uno zaino bisogna farlo con del
peso dentro. La sensazione cambia radicalmente e
si può valutare meglio l’effettiva portabilità e
aderenza alla schiena.
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Cercate uno zaino con sistema di aerazione dietro
la schiena, come un distanziale in rete (ma sono
pochi i modelli buoni che adottano questo sistema)
o altri sistemi e materiali più sofisticati. Gli
zaini con il basto rigido sono ormai superati perché
hanno sempre avuto limiti di portabilità e di adattamento
solo a poche schiene.
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Esistono ora schienali con ottimi sistemi di regolazione
in altezza per adattare la lunghezza del busto agli
spallacci e alla cintura lombare. Una perfetta regolazione
è alla base della portabilità dello zaino.
-
Il peso dello zaino deve poter essere scaricato
in massima parte sulla cintura lombare e lo zaino
essere portato dalle gambe più che dalle spalle.
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Controllare anche l’ergonomicità degli spallacci
verificando che non sfreghino troppo sul fianco
delle ascelle così da non irritare la pelle con
la frizione prolungata e con il sudore.
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Il materiale dello zaino deve essere naturalmente
impermeabile e quello dello schienale traspirante
e di rapida asciugatura. In caso di forte pioggia
comunque nessuno zaino potrà fare a meno di una
copertura impermeabile adeguata (poncho o coprizaino:
vedi più avanti).
1
sacco a pelo
-
Molto dipende dalla stagione nella quale si fa il
pellegrinaggio.
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Generalmente dalla primavera all’autunno non è necessario
portarsi dietro un sacco a pelo in piuma (che può
arrivare a pesare anche 2 kg).
-
Esistono naturalmente anche sacchi in piuma più
leggeri con isolamenti termici che diminuiscono
a seconda del peso.
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Il sacco a pelo a mummia garantisce un isolamento
termico maggiore rispetto a un modello di pari peso
e imbottitura ma con apertura a coperta.
-
Quest’ultimo però può essere più comodo se ci si
trova in locali caldi e si vuole aprire completamente
il sacco.
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La piuma rimane il miglior materiale per durata,
comprimibilità e peso (a parità di peso è più isolante)
e disperde rapidamente l’umidità corporea.
-
Attualmente sono stati studiati ottimi materiali
sintetici che hanno come caratteristiche favorevoli
rispetto alla piuma di essere più facili da lavare
(la piuma richiede particolare attenzione nell’asciugatura)
e di asciugare più rapidamente.
-
Costano generalmente anche meno.
-
Quindi se non si cerca il sacco a pelo perfetto
ed eterno (il mio in piuma, per esempio, ce l’ho
dall’87) vanno bene i sintetici.
1
torcia elettrica
-
Quelle frontali (da “testa”) possono essere una
buona scelta: piccole, leggere e comode per essere
usate con le mani libere.
-
Verificare bene il tipo di pila.
-
Alcuni modelli usano pile che in alcuni luoghi sono
difficilmente reperibili e sono oltretutto i modelli
di torcia più costosi.
1
borraccia d’acqua da 1 litro o due da mezzo litro
-
Esistono molti modelli di borraccia ma anche la
semplice bottiglia in plastica fa la sua funzione
egregiamente.
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Quella della Gatorade per esempio ha un tipo di
plastica più resistente; molte bottiglie hanno il
tappo per bere a ciuccio. La cosa migliore è agganciarle
alla cintura per averle comode.
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Esistono anche le sacche d’idratazione, sacchetti
flosci con tubicino per succhiare l’acqua senza
dover estrarre la borraccia dallo zaino.
-
Possono essere comode in situazioni particolari
dove il rischio di disidratazione è elevato come
può accadere a un corridore in un deserto.
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Un po’ meno fondamentali per un pellegrino che comunque
ogni tanto si ferma per riposare o anche solo per
guardarsi intorno.
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In particolare è poco igienico il tubicino che rischia
di sporcarsi facilmente quando si appoggia lo zaino
da qualche parte.
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Diventa noioso anche cercare di proteggere il tubicino
ad ogni sosta ripiegandolo in qualche tasca.
1
poncho impermeabile
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Preferire i modelli con l’apertura davanti.
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Sono comodi per essere indossati e, quando l’intensità
della pioggia cala, possono essere aperti evitando
di sudare troppo, e gettati sulle spalle come mantelli
possono continuare a coprire solo lo zaino.
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Da Decathlon ci sono modelli di buona qualità e
buon prezzo.
1
pile
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Media pesantezza. È il capo ideale. Ha un’alta resa
termica e ha un peso molto ridotto. Piegato e messo
in una sacchetto di tela funge da cuscino per la
notte.
-
Può essere comodo sceglierne un modello con l’apertura
a giacca. È più versatile.
1
giacca antivento/antipioggia
-
Classico spessore k-way; esistono infiniti modelli
in commercio in goretex o materiali similari più
o meno semi-traspiranti. Non c’è bisogno che sia
imbottita. In caso di freddo si mette sotto il pile.
-
Cercare di avere garantita la funzione impermeabile
e antivento (wind-stopper). Si indossa in caso di
pioggerellina sottile e in caso di vento. Per la
vera pioggia solo il poncho può salvare.
1
pantalone corto
-
C’è chi preferisce camminare sempre con il pantalone
lungo o con quello a mezza gamba. In questo caso
non portare il pantalone corto.
-
Considerare comunque di avere un pantalone che si
usa solo per camminare, di tessuto che si asciughi
possibilmente in fretta.
-
Così si potrà pensare di lavarlo ogni 2/3/4 gg.
a seconda della necessità e di averlo pronto da
indossare già il mattino dopo.
1
maglia
-
Maglia da usare solo per camminare. In microfibra,
che permette la rapida asciugatura sia del sudore
addosso mentre si cammina sia dopo averla lavata.
-
Può essere una canottiera o una maglia con le maniche
corte.
-
Questo dipende dalle preferenze personali.
-
Camminare con la canottiera comporta il rischio
di bruciarsi le spalle (usare eventualmente una
crema solare) ma si rimane più freschi e il sudore
sotto le ascelle è più ridotto.
1
pantalone lungo con cerniera lampo per trasformarlo
in corto
-
E’ il pantalone che si usa solo dopo aver camminato,
una volta arrivati all’ospitale e lavati.
-
È lungo perché può servire se la sera è fresco,
se si deve entrare in chiesa o sia opportuno comunque
di essere
un
po’ più in “ordine”.
-
È corto quando il pomeriggio fa ancora caldo e fa
piacere restare più freschi e comodi.
1
camicia e/o una maglia con le maniche corte.
-
Sono i capi di abbigliamento che servono dopo aver
camminato, una volta arrivati all’ospitale e lavati.
-
Può convenire averli entrambi.
-
La maglia con le maniche corte per il caldo, la
camicia per coprirsi dal fresco della sera. Se poi
dovesse fare molto più fresco si ha sempre il pile.
-
In questo modo si hanno tutti gli strati necessari
per il confort termico oltre che “estetico” senza
doversi portare dietro anche una felpa che rischia
di pesare troppo.
2
capi di biancheria intima
-
In microfibra asciugano prima.
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Un terzo slip lo si tiene naturalmente addosso.
-
Volendo si potrebbe anche rischiare e portarsi solo
uno slip di ricambio.
-
I rischi sono che non si asciughi o che si perda
o si dimentichi sul filo steso all’ospitale e allora
restare con solo uno può essere “scomodo”.
2
calze trekking
-
Stesso ragionamento degli slip.
-
Si aggiunge che è opportuno scegliere delle calze
di buona qualità che garantiscano la possibilità
al piede di trovarsi sempre asciutto dentro la scarpa.
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La fibra in Capilene della Patagonia ha questa caratteristica.
Altre marche dichiarano questa qualità ma non tutte
ce l’hanno veramente.
Maglia
e pantaloni per la notte
-
Basta una maglietta con le maniche corte e un paio
di pantaloni (lunghi o corti) molto leggeri.
-
Ricordatevi che se state facendo un vero pellegrinaggio,
andando a dormire negli ospitali non sarete quasi
mai in stanza da soli e quindi le abitudini “sportive”
per l’abbigliamento notturno sono improprie.
Carta
igienica e/o fazzoletti
-
Della “carta” in tasca serve sempre.
1
telo doccia
-
In microfibra. Invece di prendere un asciugamano
piccolo e uno grande o, ancora peggio, solo uno
piccolo,
si consiglia un solo asciugamano grande come un
telo doccia.
-
Da Decathlon vendono un modello della Tribord nel
reparto accessori per la piscina che costa € 9,90.
E’ grande 125 x 78 e pesa 200 gr.
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Permette di fare la doccia e di avvolgerlo in vita
comodamente uscendo dalla doccia senza dover fare
salti mortali e manovre strane per asciugarsi in
fretta e male come invece capita se si è portato
solo l’asciugamano piccolo.
1
copricapo
-
Può essere un cappello a falde larghe (sicuramente
più funzionale) o un cappellino stile baseball o
una bandana o quello che la propria testa sopporta
fisicamente e concettualmente.
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Comunque un copricapo serve a tutti.
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L’eroe sotto il sole a picco la sera all’ospitale
è stracotto.
Pulizia
personale
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Sapone di marsiglia, dentifricio, spazzolino, deodorante.
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Potrebbe non servire altro per la pulizia personale.
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Con il sapone di Marsiglia si fa corpo e panni da
lavare.
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Ci sono formulazioni molto buone anche per la pelle
e il sapone “secco” è più leggero di quello liquido.
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Il pellegrino potrebbe aver bisogno del rasoio (a
volte anche la pellegrina).
Primo
pronto soccorso
-
Considerando che i luoghi attraversati lungo la
VF sono civilizzati è facile trovare ogni giorno
almeno una farmacia.
-
Basta quindi ridurre al minimo il necessario per
il primo soccorso e tutto il resto sarà comprato
caso per caso al momento necessario.
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Spesso il pronto soccorso degli escursionisti è
l’anticamera della pattumiera, pieno di prodotti
che non verranno mai usati.
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Cerotti, microboccetta con alcool e cotone idrofilo
(i fazzolettini disinfettanti finiscono sempre per
essere asciutti quella volta che servono), antistaminico
in pomata ed eventualmente Bentelan (le punture
da insetto possono essere le più pericolose, in
particolare in caso di improvviso e non prevedibile
shock anafilattico).
-
Il resto del pronto soccorso dipende dalle esigenze
personali e dai medicinali di uso quotidiano o frequente.
-
Si consigliano anche dei cerotti per vesciche.
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Molti usano i Compeed. Io non li ho mai trovati
funzionali.
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Preferisco ogni mattina prima della partenza (o
mentre si cammina se si verifica la necessità) riparare
le parti del piede che rischiano di avere delle
vesciche con dei cerotti in tela preventivi.
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Da Decatlon vendono dei cerotti in striscia, ritagliabili
secondo la lunghezza necessaria che vengono usati
dai runner per riparare i piedi durante le maratone.
In questo caso ricordarsi di portare dietro anche
delle forbicine.
Documenti,
soldi, tessera sanitaria, credenziale
Occhiali
-
Da lettura per gli “over” e da sole per tutti
Guida
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Sulla VF è indispensabile averla.
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Sul Cammino di Santiago ci si può anche permettere
di seguire solo le frecce gialle e gli altri pellegrini.
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Sulla VF è necessaria anche perché pochi sanno dirvi
da che parte andare e tanti segni sono stati messi
senza la dovuta attenzione da varie persone con
idee tutte loro sulla strada migliore per un pellegrino
a piedi: … ahaa… ma lei va a piedi…. pensavo andasse
in macchina o magari in bici… bè, la faccio allungare
solo di qualche km…vedrà che arriva lo stesso….
Scarpe
-
Argomento personalissimo. C’è chi va benissimo con
un solo paio di sandali, chi necessita di scarponi
alti che proteggano la caviglia dalle storte, chi
va bene con gli scarponcini bassi e chi si cambia
la scarpa a metà giornata passando dallo scarponcino
al sandalo (tenuto con o senza calza).
-
L’esperienza personale mi porta ad usare un paio
di scarponcini leggeri da trekking, modello basso
con plantare shock-adsorb come offre la maggior
parte degli scarponcini evoluti ora in commercio
(non comprate la scarpe in un “mercatone”, scegliete
una buona marca).
-
Dopo aver usato per qualche anno un modello molto
leggero e traspirante ma non impermeabile sono tornata
a un modello impermeabile in Goretex che garantisce
comunque una buona traspirazione e mi permette di
avere il piede asciutto in caso di pioggia (non
in caso di acquazzoni torrenziali: in quel caso
solo uno scarpone da montagna in pelle trattata
o in plastica da neve può garantirlo ma non sono
modelli da pellegrino; allora conviene nella maggior
parte dei casi camminare con i sandali ed avere
la scarpa chiusa asciutta nello zaino da indossare
una volta arrivati all’ospitale).
-
In caso di caldo elevato cammino con i sandali che
permettono piena traspirazione del piede. A volte
uso i calzini e a volte no. Dipende anche dal grado
di abitudine del piede al sandalo.
-
!! Importante!! Le scarpe devono essere collaudate.
Non partite mai senza aver fatto un buon numero
di km con le scarpe nuove che avete preso.
L’utile
1
saccolenzuolo
-
Potrebbe essere utile per dormire quando fa molto
caldo senza utilizzare il sacco a pelo.
-
Non sostituisce però il sacco a pelo perché non
garantisce abbastanza protezione dal freddo.
-
Può essere comodo in quanto lavabile facilmente
e quindi nei pellegrinaggi prolungati può essere
lavato ogni tanto, a differenza del sacco a pelo.
-
Quindi è un’ottima intercapedine pulibile tra voi
e il sacco.
Ciabatte
x doccia
-
Per fare la doccia potrebbero bastare i sandali
che si usano per camminare.
-
A volte però il sandalo lo si vorrebbe avere asciutto
come scarpa da riposo.
-
Allora ci si potrebbe portare dietro un paio di
ciabatte ultraleggere con la funzione esclusiva
di isolare il piede dal pavimento della doccia (pratica
comunque consigliabile per evitare funghi o altro).
Bordone
-
Il bastone del viandante è un utile strumento in
varie occasioni.
-
Anche se recentemente si sta consolidando l’uso
della racchette simili a quelle da sci, chiamate
più tecnicamente bastoncini telescopici da
trekking o da nord walking, il vero bastone del
pellegrino è il bordone in legno.
1
tappetino per la notte
-
Sulla VF può essere necessario.
-
Non tutti gli ospitali per i pellegrini garantiscono
una branda o un letto e a volte ci si può trovare
ospitati in un semplice salone parrocchiale.
-
Per dormire sul morbido esistono varie soluzioni.
-
C’è il tappetino in poliuretano arrotolabile.
-
Molto economico, molto leggero ma un po’ ingombrante
e non troppo confortevole per la sua sottigliezza.
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C’è il materassino gonfiabile. Ne esistono di tecnici
e leggeri (ma non leggerissimi) ma sono ormai in
via di abbandono da parte delle case di produzione
di accessori tecnici.
-
Si bucano facilmente e sono lunghi da gonfiare.
-
La soluzione migliore è l’autogonfiante. È una via
di mezzo tra i due modelli sopra citati.
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Compresso si riduce a un volume pari alla metà del
normale tappetino e aperto si gonfia da solo richiedendo
solo un ultima gonfiata a fiato per dargli la pressione
definitiva.
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È poi molto isolante dal punto di vista termico.
-
Pesa come un materassino gonfiabile e costa circa
uguale (a volte un po’ di più).
-
Ci sono vari modelli ma più è leggero e meno è confortevole.
-
La marca migliore in assoluto, che garantisce resistenza
e vera autogonfiabilità, è la Therma-A-Rest. Se
si pensa di usare tale attrezzatura in varie occasioni
è un buon investimento. Io l’ho comprato 10 anni
fa e ne ho fatto un uso intenso sia in tenda con
gli scout che nei tanti pellegrinaggi. È ancora
come nuovo. Bisogna naturalmente seguire le istruzioni
per mantenerlo sempre efficiente.
1
giubotto catarinfrangente
-
Può essere una buona norma precauzionale.
-
Non sono tanti i tratti pericolosi e trafficati
sulla VF ma gli automobilisti purtroppo sono sempre
più distratti e arroganti.
-
Può essere utile indossarlo dove se ne avvverte
la necessità.
Coltellino
Notes
e biro
1
crema solare
Telefono
cellulare + caricabatteria
Kit
bucato: corda 6 metri (sottile), 10 mollette o 10
spille da balia.
Opzionale
Macchina
fotografica
1
coprizaino impermeabile
-
Non è strettamente necessario.
-
Se piove poco si potrebbe camminare con la giacca
impermeabile e allo zaino basta la sua impermeabilità.
-
Se piove molto serve il poncho che copre quindi
anche lo zaino.
L’
opzionale di ciascuno...
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